sabato 2 luglio 2016

Tappa Venti: da Palazzo San Gervasio a Masseria Tripputi

2 luglio 2016

 
Le previsioni di oggi danno una tappa tutta asfalto provinciale. Possiamo lasciare a casa i pantaloni lunghi e viaggiare con un unico zaino in due, con dentro l'essenziale per la sopravvivenza: acqua, crema solare e MinkiaFrank. Oggi camminiamo leggere. Oggi, per la prima volta, faremo ritorno - ma solo per la notte. 
Senza peso il cammino rimane cammino ma perde tutti i connotati dell'attraversamento, del salutare con le spalle il luogo da cui si è partiti, del lasciarlo andare. È strano non avere sulle spalle quell'impiccio di cui conosciamo tutti gli appoggi e gli allacci, la postura quasi ne risente. Abbiamo quella sensazione di aver dimenticato qualcosa di fondamentale.

 
La strada in più punti è dissestata - VIETATO L'ACCESSO - ESCLUSO FRONTISTI. Striscia tra le colline di fieno pettinate ad arte, a tratti innestate con coltivazioni di pomodoro. Ma dell'uomo nero, ancora nessuna traccia. Solo qualche contadino a zappare campi troppo grandi per due braccia soltanto. Impariamo dai rapaci a muoverci immobili su questa terra dove solo le lucertole hanno il privilegio del rumore. Lo assaporiamo per un po' e poi lo incalziamo con il nostro cantare, con il nostro suonare. Quando finisce una canzone il vuoto si fa ancora più potente, magnifico.


Il giallo di queste dune di erba secca ci fa socchiudere gli occhi, restringiamo il nostro campo visivo a una fessura, ma tanto il paesaggio si ripete, sembra duplicato. Siamo delle privilegiate, con i nostri passi entriamo a far parte di questo paesaggio in cui il suolo è troppo giallo, il cielo troppo blu, entrambi intoccabili, irraggiungibili, tanto che non si capisce più qual è l'uno e quale l'altro.

 
La teoria della relatività si esprime nel suo paradosso veritiero: non riusciamo a quantificare il tempo e i chilometri trascorsi e quelli che ancora ci attendono, che tremolano davanti ai nostri occhi, ma basta voltarsi indietro per scoprire di aver spostato l'orizzonte del passato molto più vicino. I nostri punti di riferimento ora sono "la prossima ombra".

 
Ci spingiamo oltre la Masseria Tripputi, fino a quando, in fondo a un campo di girasoli che ci danno le spalle, compare uno specchio d'acqua, il lago di Serra del Corvo. Là ci raggiunge Alessandro, che ci ha accompagnato fin dai primi passi, ma solo con la voce. Finalmente possiamo abbracciarlo in tutta la sua altezza e nel suo accento troviamo un po' di casa. Uno può pensare che, nel momento del primo incontro, fiocchino domande di rito, presentazioni standard, di cosa ti occupi, sei figlio unico. Invece Alessandro, da bravo regista, insegue storie: cerca l'ombra giusta e ci chiede di cantare insieme a lui. Per il resto ci sarà tempo a pranzo.

 
In macchina Alessandro riceve una telefonata: è Sandra. "Rispondi tu", dice passando il telefono a Clara. Ormai siamo parte di una stessa storia: alcuni personaggi cambiano, altri ritornano. La trama però è sempre quella, una Linea dritta di nome Appia.

1 commento:

  1. Sono felicissima che vi siate incontrati, per me che vi seguo da lontano sono due capitoli della stessa storia che si incontrano. Dobbiamo davvero organizzare un incontro con voi qui a Rolo!!

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