giovedì 9 giugno 2016

Ora, davvero, si parte

Nel prima delle cose c'è un momento preziosissimo, fatto di vero niente - una manciata di attimi, nella migliore delle ipotesi di alcuni sguardi, ma per lo più sono sensazioni, solo sensazioni - che nella corrente del haipresoquello/dimetichiquestaltro trasforma il viaggio in qualcosa che sta per succedere davvero. La maggior parte delle volte nemmeno lo riconosci perchè è un momento, perché ce ne sono tanti così, perché è diverso come sono diversi tutti gli altri, nessuna coccarda da istante speciale, nessuna indicazione luminosa. Che sarebbe utile riconoscerli, così non li faremmo andare via con la leggerezza repentina di un volo di farfalla.




Suona il telefono. Dall'altra parte una voce calma, ridente, sa di liquirizia: è Francesco Saverio, ci condurrà da Sermoneta a Terracina in canoa. L'idea è stata di Paolo Rumiz - che forse chissà, prima della fine di questo viaggio riusciremo a chiamare solo Paolo o solo Rumiz - che dell'Appia ha amato ogni passo, ad eccezione di quell'orrendo rettilineo che noi percorreremo via acqua anche per lui. Francesco sembra onorato di averci per due giorni, ci trova una sistemazione per la notte, ci fa sentire al sicuro ancora prima che arrivi la preoccupazione. Riaggancio e tutto riprende a correre, anche i piedi che devono ancora riabituarsi al ritmo lento da viandante. Però succede.
Succede che quel viaggio che avevi programmato, di cui hai parlato a lungo, quel tragitto su cui ti sei interrogata chiedendoti se ne valesse davvero la pena che in un mese succedono tante di quelle cose, che in un mese non succede poi granché, quel pensiero ricorrente ma altro, lontano, futuro diventa ora, davvero, si parte.
Non si torna indietro. Ora davvero si parte.

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